Da Bari appello per la cessazione del conflitto e il ritorno al dialogo, l’11 ottobre si è celebrata la manifestazione in piazza, nel nome di Nicola e di una storia fatta di scambi da riannodare.
Non si può restare impassibili di fronte alla tragedia umanitaria che si sta verificando in Ucraina. Migliaia di vittime, molte delle quali bambini innocenti. Un complesso scenario di vertenze politiche che coinvolgono decine di Paesi in Europa, nell’Est e nel mondo.
Per questo sollecitato da tanti amici e amiche, da rappresentanti di istituzioni ed aziende italiane e dell’est, ho condiviso con enti ed associazioni territoriali pugliesi, il desiderio di portare nella Città di Bari, nella casa di tutto il popolo ortodosso e cattolico unito dal culto di San Nicola, il cuore di un dialogo che chiede lo stop immediato del conflitto, l’apertura di un tavolo di trattative diplomatiche e la ripresa dei rapporti istituzionali e commerciali.
Così Rocky Malatesta, direttore del Cesvir, il centro che da anni proprio da Bari si occupa di interscambi sociali, culturali ed economici tra l’Italia, la Federazione Russa e l’area euroasiatica degli ex Paesi della C.S.I.
La Marcia per Pace in Ucraina si è svolta da Piazza Diaz fino alla Basilica di San Nicola, tra le vie del capoluogo pugliese, e che arriva nel bel mezzo del semestre italiano della presidenza della UE.
Bari dunque si è candidata a ponte di Pace e dal cuore del Mediterraneo lancia un messaggio affinché cessi subito il conflitto e in quella terra ricca di storia, fede e opportunità possa tornare a riannodarsi la traccia di futuro che vada oltre la morte, il pregiudizio e gli embarghi commerciali.
La guerra che ferisce l’Ucraina in realtà ferisce tutti noi: quelli che lavorano da anni attorno al dialogo con quei popoli, che hanno costruito buone relazioni culturali, turistiche, di fede o semplici rapporti commerciali – dice Malatesta – ma colpisce soprattutto l’idea stessa di umanità offesa da troppe morti ingiuste e sbagliate, da troppi difetti d’odio, ostilità e violenza.
Foto di Roberto Sibilano durante la manifestazione